Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare (cit. Seneca)

mercoledì 18 dicembre 2019

Il Tempo è il vero alleato dell' Investitore.....

 


 

 

 

In questo articolo intendo affrontare il tema dell’importanza del Fattore Tempo negli Investimenti!

Da investitori, spesso, ci troviamo a prendere una decisione rispetto all’annosa domanda relativa al Tempo necessario (e ottimale) per rimanere investiti, al fine di avere una buona probabilità di ottenere un risultato soddisfacente.
Quindi, quanto deve essere lungo il periodo di Tempo da concedere ai nostri investimenti: 5, 10, o 20 anni?
 

L’analisi condotta sulla serie storica dell’indice S&P500 dal 1871 al 2016, ci fornisce un aiuto nel dare una risposta al nostro quesito.
 

E’ stato ipotizzato un investimento di 100$ a gennaio del 1871 detenuto per 20 anni ininterrottamente fino al gennaio 1891. Il calcolo del rendimento dopo 20 anni è stato effettuato tenendo conto dei dividendi e dell’inflazione!
La stessa operazione è stata fatta investendo gli stessi 100$ nel gennaio dell’anno successivo (1872), detenuti ininterrottamente fino al gennaio del 1892 e così via per i successivi 125 anni.
Si è ottenuta, così, una serie storica dei rendimenti, su base annua, degli investimenti ventennali.
Dall’analisi si evince che coloro che avessero investito con questo orizzonte di tempo, avrebbero ottenuto in media un 5% di rendimento reale annuo a fronte di una volatilità di circa il 3%.
 

Ma la cosa ancora più interessante è che Nessuno avrebbe MAI PERSO!!
 

Persino l’investitore che avesse investito nel periodo più sfortunato, che va dal 1929 al 1949 (Grande Depressione e II Guerra Mondiale), avrebbe ottenuto un rendimento reale annuo positivo dello 0,10%. Non Male!!!
 

La stessa operazione è stata effettuata anche per periodi di tempo più brevi (vedi la slide che segue)

 

 

Ad esempio, considerando l’orizzonte di 10 anni (grafico in verde) si nota come, in media, si sia ottenuto un rendimento medio annuo del 5,7% con una volatilità del 5,2%. Occorre aggiungere che chi avesse optato per un orizzonte temporale del genere, avrebbe ottenuto un risultato positivo nell’86% dei casi rispetto alla “certezza” dell’investimento ventennale (pur sempre un’ottima probabilità!).

Termino questa breve digressione, affrontando, nella slide seguente, il tema di chi pensa che l’investimento in azioni sia troppo rischioso, rispetto a quello obbligazionario.



In questo grafico si evince che in 145 anni, l’investimento azionario ha, in media, sovraperformato quello obbligazionario con un rendimento medio annuo del 5% rispetto al 2,2%, a fronte, per'altro, di una volatilità molto simile (2,9% rispetto al 2,4%).
 
Queste analisi ci suggeriscono che può essere saggio e vantaggioso tenere una parte del proprio portafoglio investito in Azioni (meglio attraverso buoni fondi che permettono una maggiore diversificazione) cercando, comunque, di trovare il giusto mix in relazione al proprio profilo di rischio e al proprio orizzonte temporale
 
 
 

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